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April 2021, Wednesday 28
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"I vapori della sigaretta elettronica sono statisticamente al 95% meno nocivi rispetto al fumo di tabacco."
Sono incappato nell'ennesimo articolo anti-vaping, con autore il noto Prof. Stanton Glantz.
Lasciando perdere i pregiudizi personali, ho scelto di leggere l'articolo per intero ed analizzare, in particolare, una delle fonti.
L'articolo volge una critica, apparentemente sana, ad un recente studio dove JUUL sostiene la ridotta nocività della sigaretta elettronica rispetto alle tradizionali sigarette.
Il Prof. Glantz critica non tanto il modello matematico su cui JUUL si basa quanto la bontà dei dati a cui fa fede. Legittimo se, a prova di quanto sostenuto, portasse anch'egli riscontri tangibili ...
I DATI UTILIZZATI NEL MODELLO
Viene contestato il fatto che il modello matematico si basi su un gruppo di dati che associano il 5% di potenziale danno della e-cig rispetto al 100% del tradizionale fumo di tabacco. Nel suo articolo, Glantz, sostiene non sia vero.
UNO STUDIO SMENTISCE LA RIDOTTA NOCIVITA' DELLA SIGARETTA ELETTRONICA?
A dimostrazione di questa tesi Glantz presenta uno studio che dovrebbe sfatare il "mito" del fattore di rischio ridotto per la e-cig al 5%. Leggendo anche sommariamente l'articolo, perché di questo sarebbe corretto parlare, ci si renderà presto conto di quanto il contenuto sia puramente propagandistico e scarsamente scientifico.
IL SISTEMA SIGARETTA ELETTRONICA
La tesi si basa sul fatto che la e-cig utilizzata a suo tempo per definire la percentuale media di riduzione dei rischi rispetto al fumo di tabacco non sia comparabile ai sistemi moderni. Vengono indicate informazioni di massima riguardo gli alti wattaggi, i sali di nicotina e la concentrazione di quest'ultima nelle cartucce di liquido, prendendo come riferimento il mercato americano.
Ciò che si ricava leggendo l'articolo pare una "cozzaglia" di informazioni disposta ad arte per alimentare la propaganda anti-vaping. Infatti, per dimostrare certe tesi, andrebbe analizzare la sigaretta elettronica non tanto per massime, dati poco attendibili o poco chiari quanto come sistema. Si, perché di questo si parla, di un sistema ...
La sigaretta elettronica è un sistema che prevede un bilancio energetico ed è intorno a questo che si dovrebbe ragionare. Sostenere che 200 W di potenza siano troppi come anche 60 mg/ml di nicotina, soltanto perché i numeri sembrano "grandi", è sbagliato. 200 W di potenza possono essere eccessivi, se non addirittura proibitivi, quando il device prevede scarsi spazi nella camera di vaporizzazione ed un limitato flusso d'aria. Possono essere troppi quando la composizione del liquido eccede verso le componenti più volatili come il glicole propilenico. Ma se al contrario, il device prevede una camera di vaporizzazione ampia, un flusso di aria sufficiente da evitare surriscaldamenti oltre limite e una composizione del liquido da inalazione sbilanciato verso la componente meno volatile, il glicerolo vegetale, si potrebbe scoprire che 200 W di potenza il rischio maggiore che possono creare è legato alla parte elettrica del sistema, ovvero la corrente. Infatti è buona norma utilizzare per sistemi così detti "spinti", box mod con circuito e protezioni adeguate, presenti in larga scala oggi sul mercato.
Ciò che va evitato è l'ebollizione dell'intera miscela liquida, non la sua evaporazione. Questa è la ragione per la quale, a fronte di "alte" potenze si tende, come già detto, a sbilanciare la miscela liquida verso la componente meno volatile ed utilizzare sistemi come quelli appena descritti. E' probabile lo "studio" a cui Glantz fa riferimento, confonda "le pere con le mele".
Per quanto riguarda la nicotina andrebbe innanzi tutto rapportarla al sistema. Prendendo come riferimento il limite europeo dei 20 mg/ml, potrebbe essere un dosaggio ancora ragionevole se si ha a che fare con sistemi come le podmod di JUUL. Sarà sicuramente ridotto ai minimi termini, se non completamente assente, nei casi quali il sistema preso come esempio poco fa, spinto a 200 W di potenza. Ciò che interessa è come la sostanza è assorbita dal corpo ed entro quale limite. Ricordiamo la nicotina essere tra le componenti meno dannose delle 6000 sostanze chimiche presenti nel fumo di sigaretta, seppure una delle principali cause di dipendenza. Che si parli di nicotina freebase o di sali di nicotina, se assunti in modo consono al proprio organismo, diventano potenti alleati che facilitano il percorso verso il totale abbandono del fumo tradizionale. Questa è una delle ragioni per le quali, quando mi viene chiesto, consiglio sempre un consulto / affiancamento con il proprio medico di famiglia.
IN CONCLUSIONE
Terrei fare presente al Prof. Glantz che l'output di un modello matematico sono dati statistici. Ciò che lo studio JUUL afferma è una media statistica che si basa su dati tangibili a mio avviso. Oggigiorno li studi che confermano la media del 95% di riduzione del rischio sono parecchi. Fatti forse su campioni di popolazione ridotti ma il numero è comunque in significativa crescita. Perché non mettere a disposizione il proprio sapere e sforzi in favore della salute pubblica piuttosto che combatterla? Questo è l'assurdo che vedo e, davanti a questo assurdo, riesco a darmi soltanto una risposta ...
