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October 2020, Monday 26
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La revisione della TPD
Nella scorsa primavera, periodo in cui si sarebbero dovuti iniziare i lavori della Commissione Europea, le associazioni degli utilizzatori di vaping del continente arrivavano malconce all’appuntamento.
Una grande azione di propaganda a colpi di fake new, scienza spazzatura e comunicati stampa aveva trasformato un fenomeno di malaffare locale ( la vendita, nel mercato nero degli Stati Uniti, di cartucce di THC contraffatte ) in una “malattia dello svapo” a livello planetario ( pur non potendo registrare nessuna vittima al di fuori degli USA) battezzandola EVALI.
L’insuccesso della petizione “Vaping is not Tobacco” , inoltre, non avrebbe aiutato la neonata ETHRA a sostenere il vaping con la forza contrattuale necessaria nelle trattative.
La pandemia, quella vera, di COVID-19 ha causato uno stravolgimento delle agende politiche e il relativo rinvio di alcune discussioni, rimandando quindi quella relativa alla revisione programmata della TPD, a maggio 2021.
Ancora una volta chi, in buona o cattiva fede, non crede nella riduzione del danno, ha giocato d’anticipo, mettendo a segno un paio di colpi.
Prima gli stati membri
La politica di prelievo fiscale che gli stati europei applicano ai prodotti del tabacco innesca un meccanismo di “concorrenza sleale” tra gli stessi paesi. Un cittadino italiano spende tra il 40/45% in meno rispetto ad uno francese per lo stesso pacchetto di sigarette. Inoltre, non ostante l’attuale TPD assimili i prodotti da vaping al tabacco, la tassazione dei liquidi non è prevista in molti stati europei, quando applicata l’ho è in modo assai diverso.
Da qui ( e dal bisogno di massimizzare le entrate, vista la situazione economica che la pandemia ha prodotto) la richiesta di numerosi stati del’ Unione Europea di un’”armonizzazione” dei regimi fiscali attraverso norme comunitarie.
Il 2 giugno 2020 il Consiglio europeo ha dato mandato alla Commissione di “aggiornare il quadro normativo dell’UE, al fine di affrontare le sfide attuali e future per quanto riguarda il funzionamento del mercato interno, armonizzando le definizioni e il trattamento fiscale dei nuovi prodotti (come i liquidi per le sigarette elettroniche e i prodotti del tabacco riscaldato), compresi i prodotti, contenenti o meno nicotina, che sostituiscono il tabacco“. Decisione del Consiglio europeo del 2 giugno 2020, solo in inglese.
Questa presa di posizione e dichiarazione d’intenti non può che condizionare la revisione della Direttiva europea sui tabacchi, la famigerata TPD rimandata a maggio 2021
Poi la Commissione Europea
Il maggiore tempo ha disposizione ha permesso alla Commissione Europea di richiedere al Comitato Scientifico per la Salute, l’Ambiente e i Rischi Emergenti (SCHEER) un “parere preliminare sulle sigarette elettroniche”.
Il mese scorso, lo SCHEER ha pubblicato il suo parere in un corposo rapporto e le sue conclusioni indicavano, nonostante numerosi studi scientifici dimostrassero il contrario, che:
Il vaping è rischioso per il sistema cardiovascolare.
Il vaping è una via d’accesso al fumo.
Il vaping non aiuta a smettere di fumare.
Un parere di parte, con enormi lacune e omissioni, che cita studi ritirati dalla pubblicazione a seguito di revisione tra pari ma che, seppur non vincolante, avrà inevitabilmente un peso sostanziale sul tavolo della Commissione.
Lo scenario è cambiato
Il fumo è la causa numero uno di tutti i tumori prevenibili, malattie cardiache e polmonari. Il bilancio delle vittime del fumo quest’anno supererà di gran lunga il numero di persone che si prevede moriranno a causa di COVID-19.
La pandemia COVID-19 arriverà ad una sua naturale conclusione.
È meno chiaro quando finirà l’attuale “epidemia” di fumo che dura da 100 anni.
Potrebbe essere utile diminuire le percezioni errate del pubblico riguardo alle alternative al fumo.
Recenti sondaggi mostrano un drammatico aumento del numero di persone che credono che il vaping sia dannoso quanto, o più dannoso, del fumo.
La percezione errata dei rischi relativi è peggiorata in molti paesi.
L’incomprensione pubblica può causare danni sostanziali se convince le persone che usano prodotti alla nicotina più sicuri a tornare a fumare, scoraggia i fumatori dallo smettere e incoraggia i responsabili politici ad accettare tasse e divieti che favoriscono la vendita di sigarette. Il che solleva la domanda: i “prodotti alla nicotina più sicuri” sono davvero più sicuri?
Nel caso di un prodotto del tabacco senza fumo chiamato snus, la risposta è chiaramente “sì” sulla base di decenni di dati epidemiologici.
Tanti da costringere nell’ottobre 2019, la Food and Drug Administration (FDA) statunitense ad autorizzare un produttore di snus a pubblicizzare i suoi prodotti come più sicuri delle sigarette.
Quindi sì, più sicuro.
Non disponiamo di dati epidemiologici a lungo termine sullo svapo di nicotina.
Questi prodotti sono stati utilizzati da milioni di persone solo per 14 anni!
Ma sappiamo che il fumo accorcia di 10 anni la vita di metà di tutti i fumatori a lungo termine. E ora abbiamo un corpo sostanziale (e crescente) di prove sui componenti del vapore di nicotina, nonché sugli effetti sulla salute a breve e medio termine negli esseri umani.
Un elenco in aumento di organizzazioni scientifiche e di salute pubblica ha esaminato tutte le prove disponibili da migliaia di studi scientifici su prodotti a base di nicotina più sicuri, inclusi prodotti per lo snus e il vaping
ETHRA, nel frattempo, ha compiuto un’anno, ha dimostrato di saper coordinare le azioni, le associazioni nazionali che la compongono appaiono rinvigorite da questo supporto e chiamano a raccolto gli utilizzatori e i simpatizzanti dei loro paesi per sostenere il vaping.
Cosa puoi fare per sostenere il vaping
Sono in corso 3 iniziative promosse da ETRHA che mirano a sensibilizzare i decisori sulle ragioni del vaping.
Consultazione pubblica sul parere preliminare SCHEER
Il meccanismo della richiesta di parere avanzata dalla Commissione Europea allo SCHEER prevede una consultazione pubblica con scadenza 26 ottobre 2020.
Ci sono ancora, quindi, poche ore per sottoporre attraverso lo strumento predisposto, un commento.
In molti ne hanno scritto e parlato e non è difficile trovare supporto in rete per la compilazione della consultazione.
Parte del mondo scientifico ha reagito al documento, non possiamo che augurarci che la consultazione pubblica riesca a mettere in luce le contraddizioni del parere prodotto da SCHEER e sostenere il vaping.
L’indagine europea di ETHRA rivolta hai consumatori di nicotina
Comprendere l’esperienza d’uso degli utenti in tutta Europa e le conseguenze pratiche di un’eventuale diversa regolamentazione, esaminando diversi scenari.
Questi i presupposti di quella che, di fatto, è l’unica occasione per raccontare ai decisori la propria esperienza di riduzione del danno e di come alcune decisioni potrebbero limitare, se non addirittura sfavorire, questa scelta.
La compilazione del questionario è semplice, veloce e in forma anonima su una piattaforma certificata e con gli opportuni strumenti per l’integrità dei dati.
La pagina dedicata sarà disponibile fino al 31 dicembre di quest’anno e i dati raccolti saranno presentati durante i primi mesi del 2021.
La petizione “Act now to stop the EU vape tax”
Questa petizione presente su charge.org è stata lanciata due anni fa ma, non è passata di moda.
Certo non ha la valenza dei due precedenti ma rimane un buon modo per creare consenso intorno al dibattito in corso e vale la pena riproporla così come si sta facendo da più parti per sostenere il vaping.
In questo caso poi è davvero possibile allargare di molto la platea delle persone anche indirettamente interessate al tema della riduzione del danno.
Quello che si rende indispensabile è un maggior coinvolgimento dei milioni di cittadini europei che si sono affidati al vaping e allo Snus.
Se per molti è stato possibile abbandonare il fumo combusto a favore di scelte meno rischiose, questa possibilità rischia di essere fortemente limitata dalle scelte del legislatore europeo.
Sostenere il vaping è oggi indispensabile, fai la tua parte! CLICCA QUI INDAGINE
